Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo

Il disturbo della nutrizione evitante/restrittivo dell’assunzione del cibo si caratterizza per una mancanza di interesse per il cibo o evitamento dello stesso con preoccupazione delle conseguenze negative rispetto al mangiare. Si caratterizza per una manifesta  e persistente incapacità di soddisfare in modo adeguato le necessità nutrizionali e energetiche con, in aggiunta, la presenza di uno o più dei seguenti aspetti: marcata perdita di peso o mancato raggiungimento dell’aumento ponderale previsto oppure una crescita discontinua nei bambini; significativo deficit nutrizionale; dipendenza dall’alimentazione parenterale o supplementi nutrizionali orali; marcata interferenza con il funzionamento psicosociale.

La condotta alimentare tipica di questo disturbo non è dovuta alla non disponibilità di cibo o a una scelta basata su specifiche credenze culturali e non si verifica esclusivamente durante il decorso dell’anoressia nervosa o della bulimia nervosa e non si caratterizza per problematiche correlate a vissuti negativi circa il proprio peso o la forma del proprio corpo. Il disturbo non è attribuibile a una condizione medica concomitante e non può essere meglio spiegato da un altro disturbo mentale.

La dipendenza dall’alimentazione parenterale o da supplementi orali si riferisce a neonati che richiedono un’alimentazione supplementare, generalmente neonati con un ritardo nella crescita che rende necessario il sondino nasogastrico, bambini con un disturbo del neurosviluppo che sono dipendenti da supplementi completi dal punto di vista nutrizionale e individui che fanno affidamento sull’alimentazione con sondino nasogastrico o su supplementi nutrizionali orali in assenza di una sottostante condizione medica.

La restrizione dell’assunzione di cibo può essere dovuta, così riferiscono alcuni soggetti, alle caratteristiche sensoriali della qualità del cibo, come un’estrema sensibilità ad un specifico aspetto, colore, odore, consistenza, temperatura oppure al gusto.

Si parla in questi casi di “alimentazione restrittiva”, “alimentazione selettiva”, “alimentazione schizzinosa”, “alimentazione perseverante”, “rifiuto cronico del cibo” e “neofobia per il cibo” e può manifestarsi come rifiuto di mangiare particolari marche di cibo o di non tollerare l’odore di cibo mangiato da altri.

L’evitamento o la restrizione dell’assunzione di cibo possono rappresentare anche una risposta condizionata negativa associata all’assunzione di cibo che segue, o anticipa, un’esperienza avversa, come il soffocamento o una esperienza traumatica che coinvolge solitamente il tratto gastrointestinale oppure vomito ripetuto. In questi casi si parla di disfagia funzionale e bolo isterico.

Fonte: American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Fifth ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.