Psicoanalisi e famiglia

La famiglia ha assunto in passato la funzione di un grande velo su ciò che la psicoanalisi chiama “reale”, e cioè qualcosa di impossibile, di indicibile che tuttavia rende difficile il rapporto tra uomo e donna, rende la relazione di coppia  disarmonica, il reale è qualcosa che ha a che fare con la pulsione di morte: il venir meno dell’istituzione familiare fa sì che il reale non trovi più quegli argini che assicuravano una certa stabilità ai legami affettivi.

Il venir meno degli ideali è causa della sempre più crescente inconsistenza della figura paterna e i figli finiscono con l’essere vittime innocenti del grande trambusto che la famiglia e la problematica di coppia fanno, essi si trovano sempre più spesso messi nella posizione di sintomo della coppia, venendo così ad assumere un compito doloroso e pericoloso, quello di annodare padre e madre affinché la famiglia continui ad essere unita. I figli si affannano a lanciare un segnale ai genitori (per esempio attraverso l’anoressia o la tossicomania), un tentativo disperato per liberarsi da un peso insostenibile: essere il loro sintomo, non avere un loro posto da cui desiderare.

Il “reale” va ascoltato sul serio, non va soffocato: è il cuore dei sintomi di ogni essere umano, il marchio della protesta che in ogni epoca si fa nei confronti di chi vorrebbe controllare, regolare, aggiustare, misurare ogni cosa.

Con la psicoanalisi, si evita di ergere un nuovo recinto al “reale” lavorando a partire da quello che esso “è”: una “bussola” che ogni volta testimonia del disagio di una civiltà, di una cultura, di un’epoca.

Il compito della psicoanalisi è dare voce al soggetto, fare posto al sintomo, fare luce su ciò che un genitore, un uomo, una donna, non riescono a vedere: la sua missione è quella di rendere possibile la formulazione di una scelta che il soggetto, da solo, non è stato ancora in grado di operare.

Una coppia potrà comprendere l’importanza di rispettare la particolarità del partner e a partire dalla consapevolezza dell’impossibilità di una comunione totale e della radicale eterogeneità del desiderio di una donna rispetto a quello di un uomo: si parla qui di un incontro tra due sintomi.

La psicoanalisi non ci propone una “terapia di coppia”, Freud e Lacan propongono l’ascolto dei soggetti e la presa in carico dei loro sintomi, uno per uno.

I figli trarranno sicuramente vantaggio dall’essere liberati dalla posizione di sintomo della coppia, dall’essere ascoltati come singolarità, come soggetti, ognuno con la propria particolarità, ognuno con il proprio sintomo.