La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno (1908)

(1908, 5:411-30)

Freud avanza l’ipotesi secondo la quale la morale sessuale civile pregiudichi la salute e il vigore dei singoli uomini, e che il danno per i sacrifici imposti raggiunga un livello tale che anche la meta ultima della civiltà è compromessa indirettamente. Gli effetti dannosi della civiltà sono connessi alla repressione della vita sessuale dei popoli civili indotta dalla morale civile predominante. La clinica ci aiuta a differenziare due raggruppamenti di malattie nervose: le nevrosi vere e le psiconevrosi. Le prime si caratterizzano per il fatto che i disturbi (sintomi), sia se si manifestano nelle funzioni corporee che in quelle psichiche, sembrano essere di natura tossica. Il tratto essenziale alla base delle nevrosi vere è la sessualità. Nelle psiconevrosi il fattore ereditario è più rilevante mentre le cause risultano meno trasparenti. La psicoanalisi ci consente di dire che i sintomi di queste patologie (isteria, nevrosi ossessiva ecc.) sono psicogeni e sono causati dall’azione di complessi rappresentativi inconsci, ovvero rimossi. La psicoanalisi ci permette inoltre di riconoscere anche i complessi inconsci mostrandoci che essi hanno un contenuto sessuale. Per certi versi, la nostra civiltà è stata costruita proprio sulla repressione delle pulsioni. Freud precisa che la pulsione sessuale non ha per fine ultimo la riproduzione, essa ha come meta le specifiche modalità grazie alle quali conseguire il piacere. A partire dalla storia evolutiva della pulsione sessuale possiamo differenziare tre gradi di civiltà: il primo, nel quale la pulsione sessuale è libera di produrre i suoi effetti anche indipendentemente dalla finalità riproduttiva, il secondo grado, nel quale tutto ciò che della pulsione sessuale non serve alla riproduzione è represso e, per finire, un terzo grado, nel quale l’unica meta sessuale ammessa è quella finalizzata alla riproduzione legittima all’interno del matrimonio. È  quest’ultimo il caso in cui vediamo bene cosa sia la morale sessuale “civile” del nostro tempo (quello di Freud ovviamente). Il comportamento sessuale di un individuo è spesso la fotografia del modo di reagire di quella persona alla realtà. Freud ritiene legittimo il domandarsi se la morale sessuale “civile” meriti i sacrifici, ovvero le nevrosi, che ci impone.

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Cfr. S. Freud, Il motto di spirito e altri scritti 1905-1908, Opere di S. Freud, Vol. 5, Torino, Bollati Boringhieri, 2001.