Inibizione, sintomo e angoscia (1925): parte 6

9 (1925, 1o:291-96)

Freud analizza le relazioni tra la formazione dei sintomi e lo sviluppo dell’angoscia. Due ipotesi sono particolarmente diffuse. La prima concepisce l’angoscia come sintomo della nevrosi. La seconda avanza l’ipotesi secondo la quale tra angoscia e nevrosi c’è una relazione molto più profonda. A partire da questa seconda ipotesi ogni formazione sintomatica si manifesterebbe solo e solo per evitare l’angoscia. I sintomi si formano affinché l’Io possa evitare la situazione pericolosa. Se la formazione dei sintomi viene ostacolata, emerge il pericolo reale. I sintomi pongono fine alla situazione di rischio. L’azione di difesa è simile alla fuga attraverso la quale l’Io si toglie da un pericolo esterno. Ogni condizione di pericolo si mostra adatta ad una certa fase dello sviluppo psichico. Molti individui si comportano in modo infantile dinnanzi ad un pericolo, non riuscendo così ad affrontare situazioni di angoscia cronica. In tutti i nevrotici adulti è possibile rintracciare tracce della nevrosi infantile. Durante lo sviluppo alcune condizioni di angoscia sono superate, e certe situazioni apparentemente minacciose perdono di valore, mentre altre situazioni di pericolo si conservano successivamente, e l’angoscia connessa si modifica in correlazione all’età. L’angoscia dinnanzi al Super-io, non si eclissa mai.

10 (1925, 10:297-302)

L’angoscia è una risposta al pericolo. Quando l’Io si difende da una spinta pulsionale pericolosa ha di sicuro inibito e leso quella parte dell’Es, dandole però allo stesso tempo una certa autonomia potendo così ovviare in parte alla sua predominanza. Tra le cause che contribuiscono alla formazione della nevrosi, a partire dalla quali sono sorte quelle condizioni necessarie affinché le forze psichiche si trovino in conflitto, Freud sottolinea specificatamente: una causa biologica, una filogenetica e una meramente psicologica. Quella biologica consiste nella prolungata dipendenza e debolezza del piccolo bambino. La componente filogenetica è solo dedotta: la vita sessuale non ha una evoluzione stabile e regolare dall’inizio alla maturità. Dopo una prima fase che si prolunga fino a cinque anni, la vita sessuale subisce un arresto. Successivamente riprende di nuovo con la pubertà, riconnettendosi alle formazioni infantili. La componente psicologica, invece, si situa in un malfunzionamento del nostro sistema psichico. Essa si collega con la differenziazione della nostra psiche in un Io e in un Es. Anche il fattore psicologico quindi è riconducibile all’influsso della realtà esterna. L’Io non riesce a difendersi dai pericoli pulsionali interni con la stessa adeguatezza con cui riesce a proteggersi da una porzione della realtà. Riesce a difendersi sopportando la formazione dei sintomi quali sostituti  prodotti dalla limitazione pulsionale.

————————————————————————————

Cfr. S. Freud, Inibizione, sintomo e angoscia e altri scritti 1924-1924, Opere di S. Freud, Vol. 10, Torino, Bollati Boringhieri, 2000